Chiesa di Santa Maria a Castro dei Volsci

La chiesa di Santa Maria si trova all’interno della cinta muraria del paese. La via che la costeggia prende il nome di Via del Convento, a ricordarci che nei pressi esisteva il convento dei Frati Minori conventuali di regola francescana.

Le notizie sull’origine della chiesa sono frammentarie ed imprecise. Forse essa venne costruita tra il 1156 e il 1160. Nel corso dei secoli fu soggetta a ripetute opere di consolidamento e ristrutturazione.

All’ interno,dietro l’altare maggiore, restano ancora visibili due piccoli affreschi rappresentanti l’uno la Vergine col Bambino e l’altro un Santo, martire, come attesta un’arma da taglio tenuta alta sulla spalla destra. Va notato che, sia la modesta altezza rispetto all’attuale piano della chiesa, sia la posizione spostata rispetto all’asse centrale dell’altare e della chiesa odierna di queste pitture, fanno supporre una notevole trasformazione della chiesa stessa. La Madonna, più grande del Santo effigiato alla sua destra, in un riquadro,doveva averne un altro alla sua sinistra, come in un trittico, ed Essa, titolare della chiesa, doveva costituire il centro.

Le pitture, certo coeve dell’antico campanile, presuppongono anche per questa chiesa origini ben più lontane nel tempo di quanto potrebbe apparire all’osservatore superficiale; un tabernacolo da parete in marmo, oggi adibito alla conservazione degli Olii Santi e due acquasantiere in pietra, scolpite a forma di giglio, sorrette da colonnine analoghe (una reca l’arma dei colonnesi) sono gli oggetti più antichi che vi si conservano. L’organo settecentesco, posto sulla cantoria e dono dell’abate don Giacinto Biondi, proviene dalla chiesa di Santa Salome in Veroli. Sono presenti inoltre dei quadri ad olio rappresentanti: San Giorgio, dono di N.Polidori (1865), di modesta fattura; la Vergine, su lastra di metallo; l’Addolorata e Sant'Antonio Abate, quest’ultimo a firma Troya.

L’altare di San Giorgio ci risulta di giuspatronato della famiglia Colonna e dalle solite fonti apprendiamo l’esistenza di quello dedicato a SanFrancesco al quale era unita una Societas Sacri Cinguli, volgarmente detta del Cordone,forse traslata dalla chiesa di San Nicola, ma di essa e del culto per il Santo stesso in Santa Maria non ci rimane più traccia, fin dal lontano 1600.

Le festività di Sant'Antonio di Padova, San Giorgio e Sant'Antonio Abate (Santo protettore degli animali) stavano particolarmente a cuore alla popolazione, la quale le abbelliva con caratteristiche manifestazioni.

Degna di ricordo ci sembra una tradizione di fede legata ad una delle antiche campane di Santa Maria. La campana, detta del maltempo, veniva suonata dal sacrestano ogni volta che si preparava una bufera. La leggenda popolare narra che, come per incanto, al suono della campana le nuvole apportatrici di tempesta, ed in particolare di grandine (la più temuta per le campagne), si diradavano e più di una volta sembravano arrestarsi ai limiti del nostro territorio a quel suono benedetto… non per nulla sulle campane si leggeva frequentemente impresso nel bronzo…fulmina frango (proteggo dai fulmini).

(Testo tratto da: https://comune.castrodeivolsci.fr.it/vivere-la-citta/vivere-castro-dei-volsci/chiese/)

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