La costruzione della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno in provincia di Frosinone è da porsi tra l'anno 1165, in cui il paese fu dato alle fiamme dalle soldatesche imperiali, e l'anno 1177, quando in data 8 settembre la chiesa veniva solennemente consacrata per le mani di tre eccellentissimi Vescovi e dedicata alla Beata Vergine Maria.
L'anno 1291, come si legge nell'iscrizione incisa sul pulpito, la chiesa ebbe un certo complemento, non meglio specificato, ad opera di Pietro Gulimari di Priverno. Si sarà trattato di semplici rifiniture o addirittura di un prolungamento in avanti del corpo della fabbrica, che si presenta senza le volte e senza le colonne? Dagli Atti Capitolari poi sappiamo che nella seconda metà del Settecento alla chiesa fu aggiunta l'abside circolare e la sala capitolare con il corridoio esterno. Il lavoro fu eseguito dai mastri Alessandro Gonzales e Andrea De Santis negli anni 1759-1766. Evidentemente tutte queste aggiunte, pur dettate dalle nuove esigenze del tempo, hanno alterato la linearità originale della fabbrica. Il furioso cannoneggiamento dell'anno 1944 recò alla facciata, alle fiancate e alle volte seri danni, crivellandole e squarciandole in più punti. I danni furono riparati negli anni successivi, a cura della Sopraintendenza ai Monumenti del Lazio.
Il Campanile, dalla mole massiccia, sormontato dalla cuspide e ingentilito da bifore, cornici e mensole, è contemporaneo alla chiesa, tranne il lato prospiciente la piazza fino al secondo piano, che mostra una struttura più arcaica e forse è un relitto dell'incendio del 1165. Dai dati su esposti appare chiaramente come la chiesa di Santa Maria di Amaseno sia anteriore di circa 20 anni alla sorella di Fossanova, che fu iniziata l'anno 1187 e consacrata nel 1208.
Essa perciò deve ritenersi il primo monumento nazionale di quella primitiva architettura ogivale, introdotta in Italia dai Cistercensi francesi.
La chiesa di Santa Maria inoltre, per circa tre secoli dalla sua fondazione, fu verosimilmente officiata dagli stessi monaci. Il fatto, sebbene non comprovato da documenti scritti, è però suffragato da chiare traccie lasciate sul posto dalla loro presenza, come arredi, reliquie, pitture, titoli, usi e privilegi, legati alla storia, alla tradizione e all'arte cistercense.
(Dal sito www.amasenoonline.com)
(Tratto da: “Il Sangue Miracoloso di S.Lorenzo Martire” di P.Enrico Giannetta – 1964)
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- Ultimo aggiornamento: 30/10/2023