Il Palazzo Iannuccelli ad Arpino (Frosinone), storicamente fu la casa fu residenza della famiglia Di Vito o De Vito, nota soprattutto per aver avuto tra i suoi componenti un violinista di buona fama, Onorio De Vito. La famiglia dell'attuale proprietario è testimoniata nei registri parrocchiali fin dalla metà del Cinquecento e fra i suoi componenti, nel 1800, si incontra un imprenditore nel campo della lavorazione della lana; sono presenti anche canonici, studiosi di storia e artisti lirici di un certo pregio; le generazioni più recenti si sono distinte negli studi giuridici e finanziari.
Il Palazzo Iannuccelli ha il prospetto principale su Via Aquila Romana, un tempo via Napoli, l'antico asse viario che da Piazza Municipio giungeva alla porta di Napoli. Nella stretta sede la facciata dell'edificio si impone per la serie di finestre e portali in pietra, con evidenti somiglianze architettoniche delle finestre con quelle dell'ex Palazzo Theodinis. Sin dall'androne d'ingresso si colgono i tratti che rendono questo palazzo particolarmente interessante, grazie alla capacità dei proprietari di armonizzare i restauri che si sono succeduti fino alla fine del secolo scorso con le strutture dell'antica costruzione.
Verso la metà del ‘900 il piano inferiore era gran parte occupato da un frantoio; oggi è trasformato in spazi abitativi e conserva e valorizza le antiche cisterne, con la fonte che sgorga direttamente dalla roccia e mostra un sapiente riuso delle attrezzature di pietra nel piccolo cortile interno. Il cortile stesso rappresenta il punto centrale su cui convergono le scale di acceso ai piani superiori e al giardino; è ingentilito dalla presenza dell'antico pozzo romano, ma si caratterizza soprattutto per i resti dell'antica cloaca, ancora visibile e testimoniata da reperti epigrafici. Dal cortile si apre anche l'ingresso al così detto “grottone”, un ambiente di notevole dimensione con una struttura possente a volta che si estende dalla strada fino alla parete di pietra. L'insieme si fa ammirare per l'organicità con cui le strutture lineari di origine romanica si alternano a strutture ad arco sapientemente raccordate in epoca moderna.
L'edificio, nel suo complesso, rientra in quell' atmosfera sottilmente magica che rende molte case di Arpino una scoperta continua, così come è sempre nuovo il paese nella sua articolata e straordinaria struttura. Si deve all'ospitalità e disponibilità dei suoi attuali proprietari se sempre più spesso si apre a manifestazioni ed incontri culturali, non ultimo il “Dietro le Quinte” 2006 per il FAI.
(testo a cura di Domenico Rea)
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- Ultimo aggiornamento: 17/11/2023