La Chiesa di Santa Maria della Libera è “il monumento notevole” di Aquino (Frosinone) e una delle espressioni artistiche più insigni di tutto il basso Lazio. L’edificio in puro stile romanico-benedettino, da molti è stato accostato alla chiesa abbaziale di Montecassino dell’Abate Desiderio, monastero tra l’altro visivamente unito alla chiesa aquinate. Eretta in un arco di tempo tra il 1000 e il 1100, vi fu battezzato San Tommaso d’Aquino, il massimo esponente della cultura e della filosofia medievale, il futuro “Dottore Angelico”. E’ stata costruita con il tipico travertino “morbido” locale che molti secoli più tardi sarà usato anche per la costruzione della nuova Cattedrale di Aquino, e servendosi tra l’altro anche di numerosissimo materiale di reimpiego romano sui resti del Tempio di Ercole Liberatore. In effetti, disseminate nelle mura della chiesa, si notano numerosi reperti anche di rilevante interesse archeologico e documentario. Frammenti di marmi di grandi e piccole dimensioni, epigrafi, metope, cornici, rilievi tombali, alcuni anche nelle parti interne, conferiscono a tutto l’insieme un’atmosfera di grande suggestione.
La chiesa sorge su un’alta scalea composta da tre rampe di sette scalini ciascuna proprio di fronte al sito dell’antica Aquinum. L’ultimo ripiano che precede il piano d’ingresso, in una sistemazione degli anni quaranta, è stato trasformato in un breve tratto di via romana, con basole disperse dell’attigua via Latina; il piano d’ingresso è invece disseminato, presumibilmente già dall’epoca della costruzione, da numerosi massi con incise “tabulae lusoriae” un gioco molto in voga nell’antica Roma. Su questo piano d’ingresso si innalzano i pilastri di un grandioso portico a tre arcate che hanno per base pezzi di cornicione, quasi sicuramente provenienti dall’edificio del Capitolium, come anche i capitelli dei contropilastri costituiti da frammenti di un ricco soffitto a cassettoni. In seguito si è scoperto che il portico è un’aggiunta ottocentesca, ben inserita nell’insieme, così come il rosone posto al centro della facciata nel punto prima occupato da una grande bifora. La parete della facciata, a sinistra è occupata dal campanile la cui base è quasi interamente costituita da materiale di spoglio.
Il grandioso portale centrale, di maestosa e solenne bellezza, ha per stipiti uno stupendo fregio romano della lunghezza complessiva di circa sette metri costituito da foglie d’acanto in rilievo. Sopra il portale, all’interno di un arco marmoreo a tutto sesto, vi è un mosaico di stupefacente armonia. Di stile bizantino, il mosaico è sicuramente posteriore di alcuni decenni alla costruzione della chiesa. Vi è raffigurata la Vergine con il Bambino in braccio e due verdi palme ai lati. A destra e a sinistra della Madonna, da due sepolcri, fuoriescono i volti di Ottolina e Maria, identificate per due componenti della famiglia dei Conti d’Aquino.
A sinistra si notano le lettere V F (votum fecit). Le teste delle due donne sono cinte da veli. Qualcuno ha voluto vedere in queste due nobildonne coloro che “per voto” hanno fatto costruire l’edificio, qualcun altro più semplicemente solo quelle che hanno voluto il mosaico. Alla base dello stipite di sinistra, è inserita una lastra marmorea con un’epigrafe a carattere romano-longobardo. Il portale destro, molto più semplice, ha nell’architrave rosette decorative e nella lunetta un affresco molto sbiadito raffigurante la Madonna con Bambino e santi. L’interno molto suggestivo e austero, è a tre navate divise da pilastri quadrati con tre absidi semicircolari. Un’imponente arco trionfale anch’esso poggiato su pilastri culminanti con frammenti di cornicione romano che fungono da capitelli, introduce al transetto.
Al centro vi è l’altare maggiore costituito da un sarcofago romano che sostituisce quello più prezioso in alabastro, con altorilievi rappresentanti delle corse di quadrighe, che è stato rubato. Sullo sfondo della parete della navata di destra, si notano tracce di affreschi che molto tempo fa probabilmente dovevano ricoprire tutta la parete e che sono stati cancellati dalle intemperie, dato che la chiesa per diversi secoli è rimasta abbandonata, fra i colori quasi scomparsi si nota un bellissimo volto di Madonna. Le vetrate poste nell’apertura dell’abside centrale e nel rosone della facciata, sono moderne, la prima raffigura la Madonna della Libera titolare del Santuario, la seconda una grande colomba simbolo dello Spirito Santo. All’esterno del tempio, sull’ultimo tratto della strada che conduce all’ingresso, sono posti alcuni sarcofaghi, il che ha fatto supporre che quel sito un tempo fosse sede di una necropoli romana. Sul lato sinistro della chiesa, si trova l’arco trionfale di Marcantonio, con colonne binate e capitelli corinzi. Una delle tante testimonianze di epoca romana rinvenute su questo territorio.
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- Ultimo aggiornamento: 30/10/2023