Nella Ratio decimarum della Campania riguardante gli anni 1308-1310, compare per la prima volta la menzione della chiesa di S. Giovanni nell’elenco delle nove chiese di Gallinaro. L’accenno, fatto in questo contesto, doveva, tuttavia, riferirsi alla piccola cappella all’interno del castello di Gallinaro. È solo tra il 1592 ed il 1595 che si ha una nuova attestazione della chiesa, quando il Principe Conca Matteo di Capua, proprietario del Ducato d’Alvito, concesse al paese il caseggiato concernente il castello per costruire la nuova chiesa, che assunse il titolo di parrocchia nel 1596. L’edificio doveva essere inizialmente molto semplice, così come appare negli stucchi di villa Gallio ad Alvito, ma nel 1741 subì altri restauri per iniziativa del sacerdote Saba Bevilacqua, il quale fu ricordato in un’epigrafe all’interno della chiesa. Il terremoto del 1984 danneggiò ulteriormente l’edificio, il quale fu restaurato nel 2002 per iniziativa di Don Loreto Savelli e su progetto dell’arch. Gilberto Venditti.
La chiesa, che si erge sulle strutture del castello, è preceduta da un’imponente e ripida scalinata. La facciata, intervallata da grosse lesene, è ornata da alcuni semplici stucchi settecenteschi, che riproducono motivi floreali e un piccolo putto. Sulla destra è il campanile con l’orologio pubblico collocato nel 1730.
L’interno, in un’unica navata su cui si aprono quattro cappelle, presenta una decorazione di stile tardo barocco, con marmi policromi. Il pavimento di marmo bicromo è opera recente (1923), mentre al 1794 deve essere attribuito il rosone in calcare che costituiva l’antico accesso alla cripta. Una balaustra, anch’essa di marmo, divide il presbiterio dal resto della chiesa. Pregevole è l’altare con il tabernacolo con tarsie di madreperla e argento, della seconda metà del Settecento. All’inizio del 1700 risale l’organo in legno, in controfacciata, e la cantoria; mentre il pulpito risale alla fine dello stesso secolo.
(Ultimo aggiornamento: 9 Luglio 2021)