Palazzo Bacchetti ad Anagni

Palazzo Bacchetti ad Anagni

Palazzo Bacchetti la Casa della Cultura di Anagni (Fr). La costruzione di Palazzo Bacchetti si deve in origine all'iniziativa di un'altra famiglia anagnina i Gigli, originari di Sezze. Questa era una famiglia presente nella nostra città già dal XIV sec., il loro primo domicilio era in via della Valle di Sant'Andrea. Sul finire del XVIII secolo la famiglia acquistò un'area sulla via maggiore, oggi Via Vittorio Emanuele, per costruire una casa più importante, dove già esistevano le abitazioni della famiglia Pernei o Perna, originari di Filettino e della famiglia Ciotti (Messer Magno e Loreto Pernei nel 1587 acquistarono la casa di proprietà di Biagio Ciotti, di fronte a Palazzo Conti. Era pure in questa area un orto con una piccola casa abitata Taddeo Pernei. In questa arca esisteva inoltre la piccola Chiesa Santa Cristina i cui resti sono venuti alla luce qualche anno fa in occasione del rifacimento della pavimentazione della Piazza Massimo d'Azeglio antistante al palazzo.

La Famiglia Gigli quindi acquistati tutti questi edifici iniziò la costruzione della loro nuova casa, ma quasi subito la fu interrotta in quanto la famiglia Gigli andò via da Anagni per fare ritorno alla loro città d'origine, Sezze e l'area dove si stava costruendo il palazzo fu acquistata dal Conte Domenico Corazzi Bacchetti che terminò la costruzione nel 1820.

In un primo tempo furono realizzati solo il primo piano, il fabbricato terminava quindi con una copertura a tetto, era questo l'edificio realizzato da Domenico Corazzi Bacchetti nel 1820.

Solo successivamente furono aggiunti il secondo piano e la copertura che terminava con una con un terrazzo. Quindi furono aggiunti sempre nella seconda metà del XIX secolo, nella parte posteriore del palazzo, il grande salone e lo studio, due ambienti attigui con copertura a volte a padiglione, decorate t.on motivi clic ricordanti vagamente le grottesche dei paluzi romani del cinquecento e del seicento.

Esternamente il prospetto principale su piazza Massimo D'Azeglio (un tempo Piazza Bacchetti)ha un aspetto in stile classico che si articola su un piano terra, un primo e un secondo piano.
Il portone d'ingresso coincide con l'asse di simmetria ed è racchiuso ai lati da due paraste classiche i cui capitelli si ineriscono sul marcapiano del primo piano, a marcare l'asse di simmetria la finestra al primo piano, a marcare maggiormente l'asse di simmetria la finestra al primo piano sopra al portone racchiusa con una cornice chiusa nella parte superiore con architrave retto.

L'asse divide esattamente in due parti uguali il prospetto sulla piazza, dove in ciascuna delle due parti si aprono unaa porta (nel progetto originale erano due per parte) e due finestre chiuse con cornice rettamengolare. Al primo e al secondo piano si aprono tre finestre per parte con una cornica terminante con architrave retto, il fabbricato sui due lati termina con due coppie di paraste al primo e al secondo piano, mentre al piano terra il fabbricato è delimitato da un bugnato che termina in alto con il cornicione del marcapiano.

Risale al 1904 la sistemazione della piazza antistante, con il collocamento della fontana realizzata dagli allievei della locale scuola d'arte, è chiaramente un intervento di sistemazione urbanistica dell'area. La fontana è collocate al limite della piazza tra il corso Vittorio Emanuele e la piazza stessa è circondata da due muretti curvi che delimitano a monte l'ingresso alla centrale si trova sull'asse centrale di simmetria della piazza che coincide con l'asse centrale di simmetria del palazzo, è costiuita da tre vasche che terminano in altro con un motivo che riproduce un oggetto tipico della tradizione popolare anagnina, la tina o conca recipiente in rame per contenere l'acqua.

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